~ Ariel Make Up & Belle's Library ~

Afferrare una stella, ~ Glee

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Lyra‚
view post Posted on 11/3/2014, 22:12 by: Lyra‚




quattro
sabato sera, campo di football







Quella di quel pomeriggio era stata la prima granita di una lunga serie: nel giro di un paio di giorni tutta la scuola sembrava aver saputo l'identità delle nuove canterine del McKinley e tutti i ragazzi popolari volevano provare l'ebbrezza di umiliare qualcuno che non strillasse come Rachel Berry o si ritoccasse il ciuffo con aria noncurante come Kurt Hummel.
Quando si sedettero sugli spalti per assistere alla partita, Kailey e Jo furono felici che non ci fossero distributori di granita nei dintorni. Erano sedute in alto, in ultima fila, per poter seguire meglio il gioco: a Jo il football piaceva e Kailey adorava più o meno tutti gli sport di squadra. Se poi poteva pure tifare per i suoi compagni di scuola, tanto meglio.
In campo c'erano anche tutte le Cheerios, pronte per il loro debutto; tra loro c'erano anche Gabrielle, Serena e Alice, che non parlavano con loro da quel giorno in cui Gabrielle si era presentata al loro armadietto con indosso la divisa bianca e rossa. Non che fosse un grande cambiamento, in fondo si ignoravano convivendo pacificamente anche prima, ma Kailey in cuor suo sperava di non doverle vedere scegliere tra la squadra delle cheerleader e le amiche d'infanzia, perché sapeva di aver perso in partenza.
L'inizio della partita le assorbì entrambe al cento per cento: Finn Hudson, lo statuario quarterback, era di certo il migliore in campo, ma Puck, il suo secondo, non era niente male. Ogni volta che partecipava a un'azione, una serie di urletti isterici dagli spalti indicava la percentuale femminile presente sulle gradinate solo per potersi beare della sua presenza.
Con un sorrisetto, Kailey pensò che il più bello e dannato del McKinley faceva parte del Club di canto. L'avrebbe conosciuto - pensò guardando un paio di matricole che si aggrappavano l'una all'altra sospirando mentre Puck toglieva il casco e si avvicinava alla coach Beiste per un sorso d'acqua - lei l'avrebbe conosciuto, mentre loro no: ecco cosa si otteneva ad avere coraggio.
La partita terminò in parità, ma effettivamente i ragazzi del McKinley non avevano giocato molto bene: la coach non dispensò sorrisi e pacche amichevoli sulle spalle quando i ragazzi tornarono indietro e metà del pubblico la pensava allo stesso modo.
Jo, invece, era euforica come sempre.
Si stiracchiò allegramente e poi scoccò un sorriso a Kailey.
- Bella partita. Non abbiamo giocato al meglio, ma è stata una bella prova comunque. -
- Jo! Kailey! - Esclamò Kurt, camminando lungo una delle prime gradinate per raggiungerle. Dietro di lui stava Mercedes, con una luccicante fascia dorata tra i capelli e una grossa M al collo.
- Mercedes, Kurt! Ci siete anche voi! - Esclamò Jo allegramente.
- Anche Rachel, ma è troppo impegnata al momento per venirvi a salutare. - Disse Mercedes, indicando alle sue spalle la ragazza, intenta a tirare su di morale un quarterback piuttosto demoralizzato.
- Stavamo andando a prendere un frozen yogurt, vi unite a noi? -
- E ce lo chiedi? - Esclamò Jo allegramente.

★★★



Mezz'ora dopo erano tutti e quattro seduti attorno a uno degli alti tavolini rotondi della yogurteria fuori città con quattro gigantesche coppe di yogurt gelato davanti a loro.
- Allora, diteci. - disse Kurt con gli occhi azzurri pieni di euforia - Cosa c'è da sapere su Jo e Kailey, nuovi membri del Glee Club? -
- Niente di importante. - disse Kailey.
- Oh, impossibile. Tutti i membri del Glee Club hanno qualcosa di particolare. Io sono quello a cui piacciono i maschietti, Mercedes è la diva, Rachel la prima della classe... poi abbiamo Santana la bomba sexy, Brittany l'ingenua, Artie che è il cervello, Finn che è quello col cuore d'oro... - Elencò Kurt contando sulla punta delle dita con aria ispirata.
- Kailey è il coniglietto. - disse Jo con un sorriso, guardando l'amica di sottecchi.
Quella del coniglietto era una storia vecchia, ma ogni volta che la si tirava fuori Kailey diventava rossa come un peperone e minacciava di scappare. Quella volta le guance della ragazza si colorarono, ma lei rimase coraggiosamente al suo posto: tentò un sorriso imbarazzato e poi guardò Jo con aria di rimprovero.
- Il coniglietto? -
- Perché sono tenera e carina. - Disse Kailey in fretta.
Jo scoppiò a ridere con tale enfasi che lo yogurt che aveva appena messo in bocca rischiò di uscirle dal naso. Kurt sogghignò.
- Qualcosa mi dice che non ce la racconti giusta, Kailey. -
Se lo sguardo di Kailey avesse potuto incenerire, Jo si sarebbe trasformata in un mucchietto di cenere un nanosecondo più tardi. Ma, purtroppo per Kailey, non erano cose che capitavano.
- Prima o poi vi racconteremo anche la storiella di Kailey il coniglietto. - Disse Jo comprensiva. - Ma è una storia lunga e credo che non sia né il momento né il luogo. -
- Ecco, brava. - Disse Kailey sollevata. - E comunque di Jo non sapete che suona il pianoforte da quando aveva quattro anni. Cioè, a quattro anni prendeva a martellate il mio pianoforte giocattolo, a sei ha iniziato a prendere lezioni e a suonarlo davvero. -
- Ma dai? E sei brava? -
- Mediocre. - disse Jo.
- È brava. - Puntualizzò Kailey.
Jo scrollò le spalle, come faceva sempre quando qualcuno le faceva un complimento: non le piaceva sentirsi dire che era brava, simpatica o carina. La faceva sentire troppo importante.
- Oh, finalmente! - Esclamò Mercedes quando Puck comparve tra la folla. - Ce ne avete messo di tempo! -
- Rachel continuava a farci cambiare stazione radio. A un certo punto ho accostato e le ho detto che se non la piantava la facevo scendere. Non mi ha rivolto la parola per il resto del viaggio, il che è stato un bene per le mie orecchie. Ora Romeo e Giulietta sono al bancone a ordinare. - Disse Puck, passandosi una mano sulla cresta e accennando ai due ragazzi mano nella mano appoggiati al bancone. Poi gettò un'occhiata a Kailey e Jo.
Si diede il tempo di pensare se poteva essere uscito con loro due per poi piantarle subito dopo il primo appuntamento, ma si rese conto di non averle mai viste prima. Si rilassò e fece loro un cenno di saluto con il capo.
- Puck. - Si presentò.
- Jo. -
- Kailey. Siamo nella stessa classe di letteratura inglese. - Disse la ragazza con un sorriso.
Puck alzò un sopracciglio:
- Non ti ho mai vista, ma è perché non trovo niente di affascinante nella letteratura, quindi tendo a dedicarmi ad altre cose durante quell'ora della mattinata. Cose più interessanti. Cose da duri. -
Kailey sorrise e Jo alzò gli occhi al cielo ridacchiando. Finn e Rachel arrivarono in quel momento con due birre e un frullato.
- Ciao, ragazze. - Disse Rachel con un sorriso.
Puck doveva averla rimproverata per bene, si leggeva dall'espressione che aveva dipinta sul viso: era sorridente come sempre ma sembrava infastidita.
Puck e Finn si abbandonarono sulle sedie e sorseggiarono le loro birre con poco entusiasmo. A risollevare la situazione fu Kurt, che battendo le mani annunciò a tutti che aveva scoperto la sede delle nazionali per quell'anno.
- È troppo sperare che sia di nuovo New York? - Chiese Rachel.
- Temo proprio di sì. - Disse Mercedes con aria irritata. - E poi non vorremmo fare il bis della volta scorsa. -
Rachel abbassò gli occhi sul suo frullato, ma le sue labbra attorno alla cannuccia si piegarono comunque in un vago sorriso.
- No, non sono a New York. Voci di corridoio, comunque ben confermate, danno come favorita... la città di smeraldo, Seattle! -
- Seattle? - domandò Puck senza particolare entusiasmo. - Non so nemmeno di preciso dove sia. Non fosse per i Seattle Seahawks non avrei saputo nemmeno che fosse una città. -
- Io so solo che ci è nato Jimi Hendrix. - Disse Finn.
- Perché di smeraldo? - Chiese Kailey finendo il suo yogurt.
- È la patria della musica grunge, ci sono gli Starbucks migliori del paese ed è famosa per lo Space Needle! - Disse Kurt, stentando a credere alla loro ignoranza.
Certo, non poteva competere sotto nessun aspetto con la Grande Mela... ma insomma, qualunque città era più interessante di Lima! Proprio non capiva la loro reazione tiepida.
- Comunque speriamo solo di arrivarci, poi potrebbero essere anche nel retro di McDonald e sarebbe lo stesso. - Bofonchiò Puck.
- Oh dannazione, ma tutto questo pessimismo? - Esclamò Jo spazientita. - Io e Key non siamo neanche entrate nel Club e già dobbiamo sentirci dire "speriamo di arrivarci"? -
- E poi solo per aver pareggiato la prima partita del campionato vi buttate così giù? Quando abbiamo iniziato il liceo era difficile vedervi fare più di quattro punti! - Esclamò Mercedes.
Puck e Finn si guardarono e poi guardarono le loro birre.
Quando la conversazione ricominciò, però, sembravano un po' più partecipi. Se non altro, non nominarono "sconfitte" e "sfortune" per il resto della serata.
 
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3 replies since 14/1/2014, 11:54   183 views
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