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Afferrare una stella, ~ Glee

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Lyra‚
view post Posted on 26/1/2014, 13:05 by: Lyra‚




due
giovedì sera, auditorium del McKinley







Il giovedì sera Lima non aveva molto da offrire.
In realtà quella città non aveva da offrire in nessuna sera della settimana, ma il giovedì meno degli altri giorni: era giorno di riposo per il Frozen e non c'era uno straccio di posto aperto per i ragazzi, se si faceva eccezione del McDonald sulla statale, un posto comunque immerso nel nulla più assoluto.
Kailey pensò che era quello il motivo per cui l'auditorium era quasi pieno, quella sera. Poi, però, si rese conto che la maggior parte degli spettatori superavano abbondantemente l'età da liceo: le prime file ospitavano quasi tutti i professori e alcuni genitori. Passando tra le file per cercare un posto vuoto per sé e Jo, Kailey incrociò il professore di spagnolo.
- Ciao Kailey. - La salutò Schuester con uno dei suoi sorrisi. - Sei venuta a sentirci cantare? -
- Adoro le esibizioni del Glee club, professor Schuester. -
- Davvero? Non ti ho mai vista agli spettacoli. -
- Di solito mi siedo in ultima fila... sa, si vede meglio in cima ai gradini. - Rispose Kailey, accennando al suo metro e sessanta scarso con un sorriso di scuse.
Il professore le posò una mano sulla spalla con un sorriso comprensivo e Kailey pensò che non c'era da stupirsi se aveva vinto per tre anni di fila il premio per l'insegnante dell'anno.
- Goditi la nostra esibizione, allora! -
Kailey lo vide raggiungere la consulente scolastica e posarle un bacio sulle labbra prima di sedersi in centro alla fila a metà degli spalti, da dove si aveva senza dubbio la visuale migliore. Pochi minuti più tardi Kailey aveva trovato un posto a metà della terzultima fila: un momento dopo Jo era comparsa al suo fianco con addosso un golfino di ciniglia turchese e un paio di jeans blu aderenti. Aveva raccolto i capelli sulla nuca ed era molto carina.
- Siamo eleganti, stasera! - Disse Kailey ridendo.
- I jeans me li hanno regalati al compleanno e non li ho mai tirati fuori dall'armadio... così per far star zitta mia madre che dice che sono sempre vestita in qualche modo me li sono messi, tanto sono seduta ed è buio: anche se sono orrendi non li vede nessuno. -
Kailey rise alla logica dell'amica, mentre le luci si abbassavano.
- Inizia! - Disse emozionata, stringendo le mani una dentro l'altra.
Una dozzina di ragazzi, maschi e femmine, entrò sul palco con indosso dei jeans scuri e una t-shirt rossa, intonando una vecchia canzone dei Journey: il programma riportava che lo spettacolo sarebbe iniziato con i pezzi migliori degli anni passati.
Kailey conosceva quasi tutte le canzoni perché era andata a tutte le esibizioni che avevano fatto a scuola, mentre Jo invece amava così tanto la musica in ogni suo genere da riuscire a riconoscere quasi tutte le canzoni di cui i ragazzi sul palco stavano facendo la cover, anche quelle un po' datate: l'amore per la musica, nella sua famiglia, si trasmetteva assieme agli occhi scuri e alla totale indifferenza al giudizio altrui.
Dopo un breve intermezzo musicale della jazz band, i ragazzi del Glee Club ricomparvero in un'altra mise: le ragazze portavano degli abiti argentati pieni di lustrini e i ragazzi dei completi neri con dei gilet scintillanti che specchiavano la luce dei riflettori.
I quattro brani originali con cui avevano gareggiato alle regionali e alle nazionali l'anno precedente erano uno più bello dell'altro e Jo si ritrovò completamente catturata dal ritmo travolgente di quelle canzoni, piene di entusiasmo o commoventi fino alle lacrime.
Sull'esplosione di energia del finale di Light up the world, Jo si voltò verso Kailey: la sua migliore amica seguiva l'esibizione con gli occhi spalancati e le mani intrecciate strette al petto, come faceva sempre quando era particolarmente presa.
Kailey si accorse di essere osservata e distolse l'attenzione dal palco per un solo momento, guardando Jo con gli occhi luccicanti.
- Sembrano delle stelle, non trovi? - Esclamò Kailey.
Jo sorrise: del loro gruppetto di bambine, Kailey era sempre stata quella più dolce e più responsabile. Era quella che veniva mandata avanti a dire le bugie, anche se non era capace di mentire, perché tanto di lei gli adulti si fidavano sempre; era quella che faceva sempre la parte della principessa, della bambina sfortunata o della fata nelle loro rappresentazioni. Era anche quella più ingenua e infantile... oltre ad essere quella più timorosa, che si spaventava ogni volta che lei o Serena proponevano di fare qualcosa di nuovo.
Era raro che Kailey prendesse l'iniziativa e nonostante fossero passati tanti anni non era affatto cambiata: non si sarebbe mai iscritta a quel gruppo di canto corale da sola.
Quando le luci si alzarono, Kailey si voltò verso Jo.
- Allora, ti è piaciuto? -
- Sono bravissimi, devo ammetterlo. - Disse Jo con sincerità.
Kurt Hummel, il soprano con gli occhi azzurri, era di certo quello che preferiva... anche se la voce della primadonna del gruppo, Rachel Berry, era obiettivamente eccezionale.
Da quella distanza non era riuscita a vedere bene l'intero club, anche se era certa di conoscerli tutti: nei corridoi si distinguevano sempre, erano quelli coperti di granita.
Qualche minuto più tardi i ragazzi del Glee club scesero dal palcoscenico per salutare parenti e amici.
- Andiamo via? - Propose Kailey.
- Non vuoi scambiare due parole con loro? Dovresti dirgli quanto ti sono piaciuti! - Esclamò Jo.
Le sarebbe veramente piaciuto stringere la mano a Kurt: Kailey le aveva detto che aveva dichiarato di essere gay e aveva sostenuto la sua omosessualità davanti a maleducati, prepotenti e bigotti. Lo ammirava per quello, oltre che per la sua voce argentina.
- Credo che non sia una grande idea. - Rispose Kailey. - Cosa faccio, vado lì e gli chiedo un autografo? Sono i nostri compagni di classe, mica i Queen! -
- A giudicare da quello che ho visto non sono dei nostri compagni di classe a caso. Hanno un talento che molti si sognano. -
"Cheerleader comprese", completò mentalmente.
- Smettila, Jo. Andiamocene. -
Jo seguì la sua amica fuori dall'auditorium pensando che Kailey era dolce e carina… ma accidenti se era ostinata!
Uscirono dall'auditorium e quando la pesante porta si chiuse dietro di loro e i loro passi echeggiarono nei corridoi vuoti, Kailey si voltò istintivamente indietro.
Jo si accorse della sua esitazione e in quel momento, mentre passava dall'emozione dell'esibizione alla desolazione del corridoio, prese la sua decisione.
Jo non era una che le cose le pensava. No, lei usava il cuore al posto del cervello, soprattutto quando si trattava di amicizia… e di musica.
- Vieni. - Disse prendendo Kailey per mano.
Le ballerine di Kailey facevano poco rumore sul pavimento di linoleum e Jo portava le scarpe da ginnastica: il silenzio che regnava attorno a loro era ancora più inquietante quando arrivarono alla bacheca degli studenti, lontanissima dall'auditorium.
- Jo, se ci beccano finiamo nei casini. - Sussurrò Kailey.
Jo però non la stava nemmeno ascoltando: rovistava furiosamente nella tracolla sportiva e ad un certo punto tirò fuori una biro blu.
- Firma. - Disse.
Era la sua voce a suonare trionfante o era solo l'eco del corridoio vuoto e buio?
- Che cosa? -
- Scrivi il tuo nome su quel foglio. -
- Non credo che sia una buona idea. - Disse Kailey.
- Io credo di sì. - Rispose Jo, ficcandole la penna in mano. - E io firmo dopo di te. -
Gli occhi di Kailey scintillarono nell'oscurità.
- Tu? -
- Sì, io, vedi altre me qui intorno? - Disse Jo.
Kailey strinse la penna tra le mani per un altro lungo momento, poi sorrise a Jo e scrisse il proprio nome sul foglio del Glee Club con la sua grafia ordinata e tondeggiante. Poi passò la penna a Jo, che scarabocchiò il suo nome sulla riga sottostante.
Osservarono i loro nomi su quel foglio per un momento e poi fu Kailey a parlare:
- Perché hai cambiato idea? -
- Perché era la cosa giusta da fare: tu sei perfetta per il canto corale. E perché, in fondo, anche io sono attirata da quel gruppo di sfigati pieni di talento. -
Kailey la abbracciò come si farebbe solo con una sorella e Jo ricambiò l'abbraccio ricambiando l'affetto che Kailey provava per lei: sapeva di avere fatto la cosa giusta.
- Adesso torniamo indietro: se ci beccano qui sono casini e non voglio iniziare il liceo con una punizione! - Rise Jo.
Le due ragazze uscirono dalla scuola e si diressero verso la piccola auto di Kailey.
La ragazza si sentiva il cuore leggero come un uccellino e come un uccellino aveva una voglia incredibile di cantare: aveva paura di affrontare i talentuosi e fantastici ragazzi di quel gruppo di canto, ma sapeva anche quanto desiderasse essere una di loro.
Il pensiero che Jo sarebbe stata con lei, poi, la faceva sentire incredibilmente potente.
Già si immaginava l'esibizione successiva: su quel palco, con quel vestito luccicante che la faceva sembrare una stella, ci sarebbe stata anche lei.
Non le importava di essere in prima fila, non le importava di ottenere un assolo… voleva solo far parte di un gruppo e condividere con qualcuno che la potesse capire l'amore che provava per la musica, il canto e l'interpretazione.
 
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