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Stasera 'Serata karaoke', ~ Romantico

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Lyra‚
view post Posted on 14/1/2014, 11:28 by: Lyra‚




✶ Stasera 'Serata Karaoke'





Indice

L'arrivo
Lo staff
Arturo
Il Casalingo
Egle



RoseDivider



L'arrivo

Il giorno dell’arrivo di Rachele al campeggio era un giorno di sole di inizio luglio.
Aveva salutato le bambine del suo oratorio giusto ventiquattro ore prima e adesso si trovava alla reception del campeggio dove avrebbe dovuto passare i seguenti due mesi. La sua prima estate da animatrice turistica, proprio nel campeggio dove aveva passato le due estati più belle della sua vita.
La terza stava per cominciare, ed era certa che sarebbe stata ancora più bella delle precedenti.



- Buongiorno, cosa posso fare per lei? - Chiese la signorina alla reception.
- Mi chiamo Rachele, sono la nuova animatrice… - Iniziai.
- Rachele, ciao! - Esclamò un uomo, arrivando alla reception.
Lo riconobbi al volo: era il capo animatore, si chiamava Fabio. Mi strinse la mano sorridendo e mi guidò alla casetta degli animatori, un bungalow minuscolo proprio accanto al minimarket.
Non mi avrebbe dovuto guidare, per la verità, perché nelle due estati precedenti le mie giornate giravano attorno a quella costruzione, cercando di vedere gli animatori: con la scusa di fare la spesa, di buttare la spazzatura, di recuperare il mio cuginetto che era andato chissà dove… finivo sempre per gironzolare innocentemente da quelle parti, gettando uno sguardo nel minuscolo giardino con l'intenzione di vedere qualcuno.
Nonostante i miei molti appostamenti strategici, non l’avevo mai vista da dentro e dovetti ammettere che era decisamente più grande di quanto mi aspettavo: c’era un ingresso con un divanetto, una TV e un tavolo, un minuscolo bagno e due camere; quella dei ragazzi aveva due letti a castello e quella delle ragazze aveva un letto a castello e una brandina.
Fabio mi fece cenno di entrare e accennò col capo alla brandina.
- Puoi sistemarti qui. Al momento Stefania ed Elisabetta si stanno dedicando al corso di aerobica, mentre Lele e Stefano sono sul campo da calcio con i ragazzini dello sport. Arturo si sta facendo la doccia, quindi hai un po' di tempo per ambientarti. -
Fabio parlava tanto come sempre, in questo non era cambiato affatto.
- Bene, grazie. -
- Stasera durante la riunione parleremo del da farsi, ora pensa solo a ritagliarti il tuo spazio e riprenderti. È andato bene il viaggio? -
- Faticoso, ma bene, sì, grazie. -
Il telefonino che squillava lo obbligò ad allontanarsi con un sorriso di scuse, lasciandomi sola con quello che sarebbe stato il mio rifugio per i due mesi successivi. Due mesi al mare, lontana da casa e dalla mia famiglia, assieme a ragazzi più o meno sconosciuti.
Sospirai, chiudendo gli occhi. Se me l'avessero detto, l'estate prima, non ci avrei creduto. Invece eccomi qui, ad iniziare questa avventura tutta da sola.
Svuotai la valigia, ficcandola a forza sotto la brandina e cercando un posticino nell'armadio per tutte le mie cose. Non avevo ancora trovato abbastanza appendiabiti per le mie cose, quando la porta si spalancò, aperta da Elisabetta con la sua solita energia.
- Rachele! Sei puntualissima! - Esclamò allegramente, correndo ad abbracciarmi e quasi soffocandomi con il suo metro e ottanta di pura vitalità.
Stefania mi abbracciò con dolcezza, gentile e sorridente com'era sempre e mi chiese se il viaggio fosse stato piacevole. L'avevo conosciuta due anni prima in quello stesso campeggio, mentre ero solo una sedicenne in vacanza con i suoi genitori e sua cugina.
Ci eravamo state subito simpatiche - forse grazie al fatto che condividevamo il metro e sessanta scarso di altezza - ed ero stata proprio sollevata quando avevo scoperto che sarebbe stata nel mio stesso staff. Nella confusione delle chiacchiere e dei saluti, la porta si aprì inaspettatamente.
- Si può sapere perché fate… oh, scusa, non sapevo tu fossi arrivata! -
Il mio cuore mancò un battito.
Il ragazzo sulla porta era alto e asciutto, con i riccioli neri e gli occhi color cioccolata, grandi e luminosi, in mezzo al viso dai lineamenti perfetti. Era a torso nudo, con i capelli bagnati e spettinati, il costume nero a fiori hawaiani e i sandali neri, ed era ancora più bello di come me lo ricordavo.
- Ciao. - Dissi, stupendomi di come la mia voce suonasse infantile.
Lui mi sorrise come solo lui sapeva fare.
- Ciao Rachele, benvenuta. Ti avverto, con quelle due in camera passerai i guai! - Disse.
Elisabetta gli lanciò un cuscino e Arturo lo schivò per un soffio. Il cuscino andò a colpire Lele, che stava rientrando in quel momento sudato da morire. Rilanciò il cuscino alla sua proprietaria e gridò che era stanco e non aveva voglia di scherzare.
Dietro di lui comparve un ragazzo con i capelli castano chiaro e gli occhi azzurri, che appena mi vide mi venne incontro e mi strinse la mano con un sorriso suadente.
- Tu devi essere Rachele, giusto? Io sono Stefano, piacere. -
- Piacere mio. - Dissi io.
Non l'avevo ancora incontrato, dato che alla riunione prima della partenza non aveva presenziato, avendo un esame in università: Stefano era all'ultimo anno di scienze politiche, ma il suo più grande sogno era ancora quello di diventare centrocampista della Fiorentina.
- Puzzi come un’animale, Step, fatti una doccia per carità! - Esclamò Elisabetta, tappandosi il naso con due dita e sventolando l'aria davanti a sé con aria plateale.
Scoppiammo a ridere tutti contemporaneamente, Stefano le rivolse una linguaccia e poi entrò nella sua stanza.
- Ci vediamo dopo. - Disse Arturo, lanciandoci un sorriso prima di andarsene.
Un momento prima di uscire, però, si girò e mi fece un occhiolino. Arrossii di botto e per mimetizzare l'imbarazzo mi costrinsi a cercare qualcosa di inesistente tra la robaccia ancora alla rinfusa sul letto, in modo da permettere alle mie guance di tornare a un colore normale prima di affrontare una conversazione con Stefania ed Elisabetta.
- Tieni, queste sono le magliette dello staff. - Mi disse Stefania porgendomi delle magliette.
- Quella per la sera è simile a quella dell’anno scorso, solo che è rossa con le scritte bianche. - Spiegò la Eby.
Infilai una magliettina aderente sintetica e sopra la maglietta rossa dello staff.
- Ti sta proprio bene, sai? Il rosso ti dona! - Esclamò la Stefy.
Mi specchiai un momento e dovetti ammettere che aveva ragione.
Con i pantaloni alla pescatora di jeans che indossavo facevo proprio una bella figura. Legai i capelli in una coda di cavallo e poi seguii Stefania ed Eby fuori, Lele e Stefano si erano fatti la doccia e Arturo si era vestito.
Dopo mangiato mi spiegarono che quella sera ci sarebbe stato DJ Alessio e per questo potevamo stare tranquilli per il funzionamento della serata.
Mi sembrò davvero molto strano stare seduta dietro la consolle dello staff mentre nell’aria si spandevano le note di una canzone che sapevo già a memoria.
“Buonasera bella gente come va, su le mani e il ritmo salirà… ritmo yeo, ritmo yeo… ci facciamo tutta la notte…”
L’avevo sempre ascoltata seduta su una panchina con aria indifferente quando in realtà mi mangiavo gli animatori con gli occhi, nelle due estati prima di quella.
Alle 20.45 in punto era il mio momento. Mio e di Arturo, ovviamente.
- Bene, diamo il benvenuto alla nostra Rack con una canzone in suo onore, cosa le mettiamo? -
I bambini chiesero la loro canzone preferita e noi attaccammo a ballare. Adoravo la Baby Dance e mi divertivo da matti. Dopo sei pezzi per bambini io e Arturo lasciammo che DJ Alessio prendesse la parola e mettesse su le canzoni che preferiva.
- Bene, adesso proviamo una nuova canzone. Quando io vi indico, dovete dire ‘paraponziponzipò’, ok? - Disse circa a metà serata.
- Oh no, l’hully-gully è l’unico ballo di gruppo che non sono mai riuscita ad imparare! - Dissi alla Stefy.
- Consiglio dell’ultimo istante: guarda Arturo, lui sa solo questo! - Disse lei ridendo.
Guardare Arturo… difficile fare il contrario! Avevo passato praticamente metà dell’anno a sognare di lavorare con lui e a scrivere storie su quando avremmo lavorato assieme e adesso che mi capitava l’occasione non riuscivo a rendermene bene conto.
Seguire la naturalezza di Arturo non fu affatto difficile e in meno di un minuto avevo imparato l’hully-gully. Ad animazione finita noi sette ci ritrovammo tutti nel giardinetto davanti al bungalow a parlare della serata successiva: sarebbe stata la serata karaoke e serviva gente che cantasse.
- Arturo canta I Watussi e Lele ha bisogno di una partner per Vivo per lei, Rachele lo puoi aiutare tu? - Disse Fabio.
- Va bene. Però non assicuro niente. - Dissi io.
- Non preoccuparti, dopo che ha cantato Arturo perfino Lele sembra davvero Bocelli! - Disse Stefano ridendo.
Risi anche io e dopo aver deciso come sarebbe stato l’ordine di arrivo andammo a dormire.
Io, la Stefy e la Eby eravamo a letto quando la Stefy mi chiese:
- Che fai domani? -
- Non lo so, pensavo di restare qui a riposare. - Dissi.
- Io e Eby andiamo a Porto S. Stefano a prendere il sole, vuoi venire? - Chiese.
- Volentieri, grazie! - Esclamai.


Edited by Lyra‚ - 11/3/2014, 22:04
 
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